mercoledì 9 aprile 2008

Eataly: il paese dei balocchi



La storia di Eataly è nota ai più, e non starò qui a rifarla. Quel plastico (non ho trovato una foto altrettanto bella da quell'angolazione) adesso è realtà. E chi entra lì dentro, entra in un paese dei balocchi, dove trova praticamente tutta la produzione d'eccellenza, italiana e non solo.

Inutile fare lunghissime liste ed elenchi, tanto c'è il sito per questo (clicca qui), e si può anche ordinare on-line.
Ma vale la pena dire che camminare in questo ipermercato del gusto è un'esperienza sensoriale interessante: tranquillizzanti i colori pastello di certe distese interminabili di paste artigianali, allegra la policromia dei frutti e delle verdure, vivace il rosso acceso delle carni della Granda.

Da tanto desideravo tornare a Torino e l'occasione si è presentata nelle vesti di una straordinaria serata dedicata al fritto misto piemontese, ospitata proprio da Eataly e sotto gli auspici della condotta locale di Slow Food (l'unica tessera che ho in tasca :-) ). E' passato un po' di tempo dal 5 febbraio - allora non avevo ancora aperto questo blog - e, a poco a poco, sto recuperando gli eventi gastronomici più significativi di questi ultimi mesi.
"Il Risorgimento del Fritto", proponeva la locandina, alludendo anche al nome del ristorante che ha curato la serata: il Risorgimento di Treiso (CN).
Sono arrivato al Lingotto già nel pomeriggio e ho visitato la mostra - pardon lo store - insieme al grande Leo aka JPSullivan, un cugino cresciuto (bene!) sotto la Mole. Tante passioni ci uniscono, irrilevanti inezie calcistiche ci dividono.

Le madamine arrivano dalle Langhe già nel primo pomeriggio e si mettono al lavoro. Ci sono da preparare 21 fritti differenti per una sessantina di persone. Non è uno scherzo, ma l'organizzazione appare molto rodata.


Le ventuno preparazioni verranno servite in sette portate da tre ciascuna (c'è qualcosa di cabalistico in questo 3 per 7). Ad aprire e chiudere un'insalata russa e una torta di pere e cioccolato.
Ci accomodiamo a questa bella tavola in un'atmosfera di eleganza metropolitana che contrasta in modo interessante con la rusticità dei piatti.



La scenografia è merito di una ragazza in gamba di cui non ricordo il nome, e che è il braccio destro di Farinetti nell'organizzazione di eventi.
E questi sono i fritti che ci siamo mangiati:

Bistecca di maiale, carote, cervella
Bistecca di agnello, cavolfiore, granelle
Batsuà, filoni, finocchio
Fegato, salsiccia, lacet
Frise, cipolla ripiena, rane
Melanzana, boscaiolo, bistecca di coniglio
Semolino, amaretto, mele

Interiora e parti meno nobili sono il grande atout del fritto misto piemontese: non che la cipolla ripiena o le carni fossero da meno, ma certi sfizi come le frise (impasto di fegato, carne, cuore, ginepro, pepe), la batsuà (zampini di maiale) o le granelle (cioè i testicoli del toro (mancavano le zebre)) sono chicche per cui valeva la pena il viaggio.
E poi è sempre un piacere passare una serata con Leo e Margherita. Ritrovando poi Federico, cinefilo desaparecido.

mercoledì 2 aprile 2008

Una dedica di Aldo Fabrizi

Conoscendo la mia passione per la cucina, l'amico Pierfilippo mi regala alcuni libri che erano del padre, e tra questi uno di ricette di Aldo Fabrizi: "La Pastasciutta".


Ar Tonno, all'Arabbiata, a la Ciociara,
a la Cinese, a la Festivaliera,

al Latte, ar Gorgonzola, a la Groviera,

ar Pesto, ar Tettattè, a la Carbonara,


[...]

e in antri mille modi e a tutte l'ora ...
che puro si 'sto monno s'è inquinato ...

vale la pena de soffricce ancora!


Tanti sonetti così, per raccontare la pasta e il modo di cucinarla, ma soprattutto per celebrare un amore, anzi una droga.

C'è un trucco p'ogni specie de drogato,
presempio a un cocainomane, je danno

'na "pizzicata" de bicarbonato.


Ma ar caso mio, mannaggia li pescetti,

che so' Pastasciuttomane, che fanno?

Me fanno 'n'ignizione de spaghetti?


Io pastasciuttomane non sarò - almeno non ancora - ma trovo difficile resistere alla tentazione di eseguire qualche ricetta. Magari gli "zitoni alla papalina", in cui gli zitoni vengono riempiti uno per uno con pisellini e poi infornati in una teglia a strati con besciamella e parmigiano.

Il padre del mio amico era un grande regista televisivo, non mi stupisce quindi che abbia conosciuto il mitico Aldo e non mi stupisce trovare una dedica autografa del grande attore su questa copia del volume. Diciamo che razionalmente non mi sorprende, ma mi emoziona tantissimo. Arriva dal passato, da un Capodanno 1974, "un treno di auguri valevoli fino ar 2000 e ortre"


Ah, il libro non è più in stampa, volendo qualche copia su eBay si può trovare.
La dedica dell'autore però non ha prezzo (per tutto il resto c'è Mastercard).